Salve a tutti, una piccola, piccolissima luce sembra vedersi finalmente in fondo al tunnel: il Governo poche ore fa ha confermato che dal prossimo 26 aprile si proverà a ripartire, aprendo al pubblico cinema, musei e teatri, con l'obiettivo di riappropriarci di quella normalità che non abbiamo mai desiderato così tanto. La speranza è che la campagna vaccinale prosegua in modo incrementale, ma anche che la gente, con queste prime timide riaperture, abbia un pò di sale in zucca mantenendo le attuali precauzioni ed evitando comportamenti sconsiderati, in modo da evitare una nuova risalita della curva dei contagi, che porterebbe inevitabilmente ad una nuova chiusura.
Quindi in attesa che ripartano gli appuntamenti podistici settimanali a cui eravamo abituati e si possa ricominciare a rendicontarvi delle prestazioni dei nostri tesserati in gara, continuiamo a presentare il nostro atleta di turno all'intero gruppo attraverso questa rubrica de "L'angolo del tesserato", che speriamo sia di vostro gradimento.
Oggi è il turno di un nostro fedelissimo che si è mantenuto fedele ai nostri colori nonostante il lavoro lo abbia portato lontano dalla nostra patria per ben 3 anni. Ora è rientrato in terra natia ed è pronto a riprendere a correre insieme a tutti noi. Bentornato Danilo!
DANILO MORANDO
Danilo Morando è un fedelissimo della Podistica Pomezia: amante del runnning, ha sposato i nostri colori anche nel periodo in cui per lavoro si è trasferito in Germania, non rinunciando a prendere parte agli eventi podistici in terra teutonica. Predilige gare da 10 e 21 km e anche qualche garetta ciclistica su bici da corsa, ma il periodo lontano dalla patria non ci ha permesso di seguire i suoi progressi e la sua attività in modo costante, anche se si è preoccupato sempre di mantenere vivi i contatti con il gruppo della podistica. Ora che è rientrato in Italia, non appena sarà finita la pandemia e le gare torneranno a pieno regime, è pronto a riprendere da dove aveva interrotto le attività, portando di nuovo in alto i nostri colori che non ha mai smesso di indossare con orgoglio.
Direttivo: Ciao Danilo, e benvenuto nella nostra rubrica. Innanzitutto ti diamo il bentornato in patria dopo la tua esperienza tedesca. Come è andata?
Danilo: Ciao a tutti, per prima cosa un caro saluto a tutti gli amici della Podistica, poi un sentito grazie per aver pensato a me per questo simpatico periodico appuntamento. Che dire, è andata bene, talmente bene che mia moglie Alessandra è rimasta a Berlino per permettere alle nostre figlie Elena e Silvia di completare gli studi. Scherzi a parte, tre anni vissuti immersi in un’altra cultura sono stati un’esperienza davvero unica e un vero arricchimento per tutta la famiglia. E poi, noi Italiani risultiamo subito empatici, specie ai Teutonici, e loro con noi si sono aperti completamente, in ogni località dove siamo stati e in molte situazioni.
Di: Abbiamo visto che la tua passione per la corsa è venuta in trasferta con te…
Da: Proprio così! Due mesi per i dovuti aggiustamenti abitativi, logistici e lavorativi, e poi sono stato nuovamente assalito dalla irrefrenabile voglia di infilarmi le scarpe da running e… Via! a portare per le “Straβe” della capitale tedesca i colori della Podistica, con due mezze maratone e due 10km ogni anno. La città, la gente, gli echi delle imprese della Podistica dall’Italia hanno funzionato e dopo poche gare sono riuscito a trasmettere la mia passione a mia figlia Elena con cui ho corso diverse gare (e che è diventata, ammetto, anche più brava di me…).
Di: Hai partecipato a varie gare in Germania: conoscendo la precisione tedesca immaginiamo che l'organizzazione delle gare era impeccabile…
Da: Si, i tedeschi sono organizzati, anche se forse un po’ troppo innamorati delle procedure, ma organizzati. L’aspetto che ci è piaciuto di più: la pavimentazione stradale pressoché perfetta, tanto che quella di Berlino è considerata una delle mezze maratone più veloci al mondo e gara ideale per battere i record. L’aspetto che ci è piaciuto di meno: i pacchi gara un po’ miserini, tant’è che da noi il rientro a casa da una gara a volte sembra il rientro dalla spesa al supermercato (mi perdonerai la battuta). Correre e gareggiare a Berlino è stato bellissimo e ricorderò sempre l’arrivo della mia seconda mezza maratona corsa nella capitale tedesca: non mi ero accorto che l’ultimo chilometro si sviluppava sulla pista d’atletica all’interno dell’Olympiastadion. Si, proprio quello dei Giochi Olimpici del 1936 (e dove il grande Jesse Owens rovinò i piani propagandistici del Fuhrer vincendo 4 ori olimpici). Tagliare il traguardo fu di una suggestione unica, come fare un salto nella storia e testimoniare che lo sport unisce e vince su molte cose.
Di: Invece che ci dici dell'atmosfera pre e post gara? Differenze rispetto alle nostre gare?
Da: Lo sport, come la musica, è universale e unisce tutti. Anche in Germania, consentitemelo anche se sono in trasferta dal Basso Piemonte, si finisce in "caciara" e sono moltissimi gli stranieri che gareggiano e si uniscono al divertimento. Poi, specie sulle distanze dei 21 e dei 42 km sembra che all’evento sportivo partecipi tutta la città e, oltre alla gente che tifa, trovi band che suonano ai lati della strada, artisti che improvvisano piccoli spettacoli, proprio per gli atleti in gara. La differenza più grossa? Altro che acqua, the, integratori, succhi, cioccolata calda a fine gara dopo l’arrivo: a Berlino ti offrono una bevanda a base di malto d’orzo fermentato che si chiama BIRRA e che forse conoscete. Credetemi, non c’è integratore migliore!!!
Di: Per prendere parte alle gare ti eri iscritto ad una società podistica del posto?
Da: Giammai! Il mio senso di identità nella Podistica Pomezia è assolutamente cristallino e autentico. In tutte le gare a cui ho partecipato mi sono iscritto sotto i colori della nostra ASD. Vi dico di più, sebbene in Germania non sia richiesto un tesseramento sportivo per gareggiare, tutte le volte che ho iscritto mia figlia Elena a una gara l’ho indicata come appartenente alla nostra Podistica, proprio per il senso di identità di cui parlavo e per motivarci a fare del nostro meglio. Ha funzionato e conto di farvi conoscere Elena molto presto.
Di: Ora sei tornato in patria: pronto per ripartire appena questa cavolo di pandemia sarà finita? Con quale gara vorresti ricominciare?
Da: Eccome, non vedo l’ora. Una gara che mi è sempre piaciuta molto, e che temporalmente potrebbe collocarsi bene con la fine della pandemia che tutti stiamo attendendo, è la Corsa dei Santi. Sarebbe davvero bello ritrovarci nuovamente forti, motivati e pronti a riprendere la vita tra le nostre mani con questo evento sportivo unico ed emozionante.
Di: Ti ricordi come è nata la tua passione per la corsa e dove hai fatto la tua prima gara? Che sensazione hai provato?
Da: Come fosse ieri! Era il 2013 ed è stata tutta colpa di un losco figuro, un collega di lavoro meglio noto con il nome di Dante Sanson. Venivo da un periodo lavorativo veramente intenso e avevo bisogno di ritrovare una certa condizione fisica. Da ventenne correvo i 1.500 metri, sapevo che la corsa in me funziona, ma è stato Dante a mettermi sul gusto parlandomi della 100 km del Passatore. Dante, saggiamente, mi ha poi aiutato a controllare il mio entusiasmo, avvicinandomi progressivamente al podismo e facendomi poi conoscere la Podistica. Ed eccomi qui tra voi. La prima gara che ho corso è stata la Roma-Ostia, il giorno 2 marzo 2014. Una sensazione straordinaria, per avercela fatta e perché, neanche a farlo apposta, la data della gara è coincisa con il 10° anniversario della scomparsa di mio padre. L’ho corsa insieme a lui e per me è stato anche un sentire di onorare la sua memoria con l’impegno e la determinazione.
Di: Tra 10, 21km o maratona quale distanza preferisci e quale ti dà maggiore soddisfazione?
Da: La distanza che preferisco è quella per il cui “recupero” riesco a prepararmi meglio o, rubando le parole a Dante, “che mi permette di fare le scale senza grosse difficoltà”. Detto questo, credo la mezza sia quella a me più congeniale: non troppo lunga, non troppo corta, a casa per il pranzo della domenica. Mi auguro proprio si possa correre la Roma-Ostia il prossimo ottobre.
Di: La gara più bella a cui hai partecipato?
Da: La 100 km del Passatore. Per me quasi una sorta di pellegrinaggio sportivo con altri atleti-pellegrini, che ti permette di constatare di persona che l’Italia è veramente il Paese dei Borghi, come quello bellissimo di Brisighella. E poi la gente che tifa e ti sprona lungo il percorso, anche nel cuore della notte. E alla fine l’arrivo a Faenza, con la soddisfazione di averla completata, momenti unici.
Di: Una curiosità: anche tua figlia continua a coltivare la passione per il running?
Da: Certamente. Ci eravamo già iscritti entrambi alla Roma-Ostia edizione 2020, ma poi il Covid ha rovinato tutto. Sono mesi che non ci alleniamo insieme, ma non molliamo e come ho detto conto di farvi conoscere Elena molto presto, anche sportivamente.
Di: Ora che sei rientrato in Italia, ci dici come ci trovi? Pensi che la Podistica Pomezia sia migliorata?
Da: Vi trovo più forti che mai, affiatati e migliorati in tutto. Mi piace tornare sul senso di appartenenza e di identità: penso che la Podistica Pomezia lo interpreti splendidamente ed è proprio questa caratteristica che mi ha spinto, una volta a Berlino, a perseverare nel podismo e anche a coinvolgere un mio famigliare.
Di: Abbiamo finito. Manda un saluto ai tuoi colleghi della podistica e traducilo anche in tedesco, così diventiamo sempre più internazionali?
Da: Caro Direttivo, questa intervista è stata un vero piacere e vi ringrazio dell’opportunità. Agli Amici della Podistica Pomezia: Ein herzlicher Gruß an alle Freunde des Podistica Pomezia und bis bald!