Ciao a tutti...niente, non se ne esce. E' notizia di giovedì scorso l'annullamento della Maratona della Maga Circe. La gara era attesa in maniera trepidante da molti nostri tesserati: essa avrebbe rappresentato sicuramente qualcosa di molto importante, una simbolica ripartenza che avrebbe portato tutti noi a riappropriarsi di quella semplice normalità che ormai ci manca come l'aria. Purtroppo le autorità non ritengono i tempi ancora maturi per ripartire con le gare podistiche e quindi dobbiamo ancora pazientare. Noi prendiamo atto della decisione presa e andiamo avanti con i nostri obiettivi, cercando di continuare le attività pianificate per la nostra società.
E tra queste attività, come ormai avrete imparato, c'è anche la nostra rubrica de "L'angolo del tesserato", che ci permette di far conoscere e integrare tutto il nostro gruppo.
Oggi presentiamo con orgoglio uno dei nostri veterani: un grandissimo atleta che ci ha aperto lo scrigno dei suoi ricordi raccontandoci della sua infanzia, ci ha immerso nella sua testa facendoci capire come talvolta la mente conti molto più del fisico e ci ha fornito tanti consigli su come diventare ed essere un runner fiero ed orgoglioso.
Divertitevi a leggere la sua intervista: una fantastica immersione nel mondo delle corse che farà a tutti quanti venire la voglia di indossare le scarpe e uscire a correre...perché lui è un ammiratore del grande Pietro Mennea e concorda pienamente con quanto sosteneva l'atleta barlettano: "La fatica non è mai sprecata: soffri, ma sogni!"
DANTE SANSON
Dante Sanson milita nelle file della Podistica Pomezia ormai da molti anni, in quanto veste i nostri colori dal lontano 2006. Fa parte del gruppo degli ultramaratoneti di cui la società va particolarmente fiera e talvolta preferisce i trail alle classiche gare su strada. La sua passione per il running lo ha portato ad affrontare distanze di tutti i tipi, partendo dalle classiche gare di 10 km, fino a affrontare la 100km del passatore. Per la sua tenacia, la voglia di mettersi continuamente alla prova e l'attaccamento ai colori che puntualmente mostra ogni anno rappresenta sicuramente un modello da seguire per tutti i nostri soci.
Direttivo: Ciao Dante, e benvenuto nella nostra rubrica. Come è andato quest'anno senza gare?
Dante: Credevo peggio...non temevo l’impossibilità di gareggiare (anche se le gare mi sono mancate) ma temevo soprattutto l’impossibilità di allenarmi. A gennaio 2020 ho anche partecipato ad una gara, la “Corsa di Miguel” durante la quale ho “limato” qualche secondo rispetto all’ edizione 2019, ma poi più nulla. Fortunatamente l’APP STRAVA mi ha aiutato nel sopperire alla mancanza di gare, permettendomi il confronto con alcuni runners di riferimento (più forti di me, ma ipoteticamente raggiungibili), e stimolandomi a perseverare negli allenamenti. D'altronde quando vedi Riccardo Manzini e Fabio Paoletti sempre sotto i 4’40’’/Km nei lunghi, ripeti a te stesso che è proprio il caso di mettere le scarpe e darti da fare ☺☺☺.
Di: Gli allenamenti invece come sono andati? Sei riuscito ad allenarti con regolarità?
Da: Benino, marzo e aprile li ho trascorsi in casa condividendo un'ellittica (acquistata per affrontare il lockdown) con il resto della famiglia. Devo dire che l’ ho trovata veramente noiosa, è più tediosa degli allenamenti sotto la pioggia (questo fatto mi ha veramente sorpreso). Poi quando si è potuto ricominciare ad uscire ho ripreso ad allenarmi regolarmente (130/160 KM al mese)...per trovare maggiori stimoli, da luglio 2020 ho iniziato anche ad usare il cardiofrequenzimetro misurando SOGLIA AEROBICA e VO2Max, la misurazione di questi parametri mi ha fornito nuovi stimoli e maggior consapevolezza nelle mie potenzialità.
Di:Ci racconti come è nata la tua passione per il running?
Da: Mah, chi lo sa? che fosse per esplorare in fretta luoghi vicini o lontani, o per superare un concorrente, o per scappare via da un compagno, non posso dire con certezza come sia nata la mia passione per la corsa, ma credo di aver sempre avuto un istinto, o meglio una irresistibile voglia di correre, fin da quando io abbia memoria. Ricordo, che in quarta elementare, durante la ricreazione di un dopo scuola, la maestra (forse per renderci meno turbolenti in classe) ci disse: “oggi cambiamo gioco, vediamo chi riesce a fare il maggior numero di giri della scuola, a corsa lenta e senza mai fermarsi” . Dopo un bel po’ quando quasi tutti i miei compagni ne avevano avuto abbastanza ed erano rientrati in classe, vidi uscire la maestra sul cortile (mentre stavo ancora allegramente correndo a corsa lenta) e mi disse: “ ma cosa stai facendo?, fermati e va in classe che tra 5 Minuti la scuola è finita”. Dopo breve tempo, ricordo di aver partecipato (e vinto) la “Corsa di resistenza” della mia scuola, successivamente ricordo di aver rappresentato la mia scuola a Udine alla finale regionale di corsa campestre. Di lì a poco partecipai ad una gara amatoriale della mia parrocchia, “La marcia delle primule” di 10KM (era il 1977), litigai con mamma, non voleva che partecipassi, secondo lei non avevo le scarpe adatte, erano le Superga blu a suola bassa, con tomaia in tela (scassate, perché le usavo per giocare a calcio); a 9 anni scoprire che potevo correre 10km senza mai fermarmi fu davvero entusiasmante.
Di: Nel tuo curriculum compaiono varie ultramaratone: 3 edizioni della 100km del passatore, 1 ultratrail dei monti Simbruini (84,4 km), una ecomaratona dei Marsi (44 km)...tutte caratterizzate da un importante dislivello. Cosa si prova a correre gare di questo tipo?
Da: È difficile trovare le parole giuste per dire cosa si prova, penso che in queste gare si trasformi la fatica fisica in qualcosa che non risiede più nei muscoli ma nella mente e nello spirito del runner. Di conseguenza avendo un buon autocontrollo si possono allontanare certi pensieri e con essi anche la fatica fisica; ottengo intime e grandissime soddisfazioni da queste gare, emozioni difficili se non impossibili da descrivere.
Quando un runner mi dice che sta accarezzando l’idea di fare una 100km, lo incoraggio con sincerità dicendogli: “non so cosa ci sia di bello su una 100km, ma da runner a runner ti dico che correrla è il più bel regalo che tu possa fare a te stesso”.
Di: Ci dici che tipo di preparazione serve? Quanto conta il fisico e quanto la mente?
Da: Serve una preparazione molto costante e completa, che permetta di ricreare le condizioni di gara, con allenamenti anche notturni a ritmi lenti e prolungati (anche a meno di 7’/Km) e pause tra gli allenamenti possibilmente inferiori alle 36 ore, da ridurre gradualmente in prossimità della gara fino ad ottenere allenamenti bi-giornalieri; va anche adottata una alimentazione attenta.
Testa e volontà sono fondamentali, ma devono necessariamente essere ben supportate dalla preparazione fisica; anche la preparazione tecnica, in termine di vestizione ed equipaggiamenti, è molto importante, specialmente se si è in gara per molte ore e su terreni impervi.
Tuttavia allenare volontà, tenacia, resistenza al dolore, comprendendo quale dolore si può sopportare e quale è il dolore per cui è necessario arrendersi, lo ritengo fondamentale.
Di: Dicci la verità: durante una di queste gare hai mai pensato "chi me lo ha fatto fare?
Da: Non credo di aver mai pensato “chi me lo ha fatto fare”? Piuttosto, per diversi motivi, mi sono chiesto diverse volte “non è che sto facendo una stupidaggine”? ma poi rallentando il ritmo e cercando la giusta concentrazione, ho sempre portato a termine quello che stavo facendo.
Caso a parte è un trail del 2014, quando cadendo in un ripido sentiero, mi sono fratturato l’omero, procurandomi anche altre lesioni, li mi sono proprio dovuto arrendere, ma vi assicuro che ho imparato la lezione, per non dimenticarla, conservo sul mio profilo FB la foto che mi hanno scattato pochi minuti prima dell’incidente, così quando apro il Social Network, mi ricordo che se voglio continuare a correre devo essere prudente, altrimenti mia moglie chi la sente…
Di: C'è un aneddoto particolare, un episodio avvenuto durante queste gare che ti rimarrà sempre in mente?
Da: Alla mia prima mezza maratona la RomaOstia 2007, ho partecipato con il pettorale di Luigi Pezzera che non poteva correre, era un pettorale bassissimo, da campioni della prima griglia, dopo la partenza ho preso un sacco di insulti dai top runners per quanto ero lento, se non mi fossi subito spostato mi avrebbero “asfaltato”.
Poi 200 metri prima dell’arrivo un concorrente che mi precedeva mi è quasi caduto tra le braccia in preda alle convulsioni e l’ho adagiato al suolo in attesa dei soccorsi … in quel momento compresi che benché sia una passione, la corsa va presa seriamente.
Nel 2012 sempre alla RomaOstia, mentre procedevo, sentivo che a bordo strada dicevano ripetutamente “guarda Aldo Giovanni e Giacomo” e mi chiedevo “ma dove stanno 'sti tre?” ...poi dopo un po’ mi sono accorto che stavo correndo da diversi Km a fianco di Giovanni Storti (del Trio Aldo Giovanni e Giacomo) nel tentativo di reggere il suo passo (che era più veloce del mio). Grazie a lui ho terminato in 1h38’40’’ che fu il mio PB di quell’anno.
Di: C'è una gara di trail che ancora non sei riuscito a fare ma che vorresti tanto affrontare?
Da: Si! è una gara a cui ho dovuto rinunciare nel 2014, per motivi di lavoro, il “Magredi Mountain Trail 100M”, ora da un po’ non la riorganizzano più (I trail lunghi sono faticosi ed impegnativi da organizzare e spesso non convenienti per chi li organizza). Mi sarebbe piaciuto correre sulle mie montagne del pordenonese per 30/35 ore e mettermi alla prova con qualcosa di veramente tosto.
Di: Se uno dei nostri tesserati volesse cimentarsi in una gara di trail quale gli consiglieresti e perché?
Da: Qualsiasi trail, ma inizialmente non andrei mai oltre la distanza di 13/15Km, giusto per iniziare a confrontarsi con salite che avvelenano i muscoli e discese che mettono a dura prova le articolazioni. In Abbruzzo ci sono trail da sogno un po’ su tutte le distanze, ma se dovessi proprio consigliare una gara nei paraggi, direi di iniziare con il “Trail Della Capitale” (a Rocca Di Papa e Monte Cavo). Speriamo lo riorganizzino presto perché rappresenta un ottimo compromesso tra bellezza dei panorami ed impegno fisico, tra distanza percorsa ed elevazione raggiunta.
Di: Invece delle gare su strada hai affrontato tutte le distanze, partecipando anche alla maratona di Roma. Supponiamo che completare una ultramaratona dia più soddisfazione, ma le sensazioni durante la gara e l'emozione all'arrivo è diversa?
Da: Un po’ si. Direi che le sensazioni legate ai traguardi parziali sono differenti, per il fatto che nelle gare lunghe, ci sono più incognite (il tempo meteorologico, possibili traumi, spreco di energie, errori alimentari ecc.) quindi si corre con una sorta di preoccupazione/concentrazione continua.
Pertanto non c’è la possibilità di considerare completamente acquisiti gli obiettivi parziali che si sono raggiunti: tuttavia a mano a mano che si procede, un po’ di ottimismo inizia a farsi strada, ma bisogna controllarlo affinché non prevalga sulla concentrazione. Quando si giunge al traguardo arriva la contentezza, che sarà veramente coronata dal successo se il giorno dopo la gara potrai fare le scale senza grosse difficoltà. È bello anche ripensare alla gara e riflettere su tutto quello che hai fatto bene e quello che potevi fare meglio, e se realizzi che qualcosa la potevi gestire meglio (durante la preparazione o durante la gara), ti riparte il “tarlo” e non smetti più di chiederti quando tornerai a correre quella gara per migliorare ancora un po’.
Mi capita anche di sognare gare lunghe, nelle quali è importante mantenere una percorrenza continua, anche se a lenta velocità: il sogno più ricorrente è quello di essere fermo ad un ristoro dove sto inutilmente perdendo tempo invece di riprendere la gara...inizio a svegliarmi e mentre sono ancora in dormiveglia, ripeto a me stesso: “che sto facendo fermo qui? Vai riparti, Vai Vai !” Cosi prima di riaddormentarmi penso alla prossima Passatore, e mi ripeto che non farò il cambio scarpe alla Colla di Casaglia e non mi farò più massaggiare a Brisighella, come feci l’ultima volta, in questo modo guadagnerò 20 minuti e agguanterò il nuovo PB. Poi mi riaddormento (per fortuna senza grosse difficoltà), appagato del fatto che ho ancora una strategia migliorativa da perseguire, un asso nella manica, questo può sembrare paranoico ma a me piace, e a domanda, rispondo!☺
Di: Nonostante la pandemia, a luglio parte la XXXII olimpiade: c'è un atleta che ammiri o hai ammirato particolarmente?
Da: In Tema di olimpiadi mi emoziona sempre Pietro Mennea, forse lo ammiro perché da ragazzo ero un velocista (scarso, ma impegnato) lo considero un maestro di sacrifici ed impegno, ma il mio atleta di riferimento anche se non e olimpionico, è Marco Olmo.
Di: Un bilancio di questa tua lunga militanza nella Podistica Pomezia?
Da: È un Bilancio estremamente positivo ricco di esperienze e amicizia, da sempre ho avuto la ferma convinzione che la Podistica Pomezia custodisse i più genuini e sinceri valori sportivi, sono veramente orgoglioso di farne parte. Sarò sempre grato a Pasquale Botti per avermi introdotto e fatto tesserare con tutti voi.
Di: Ok, abbiamo finito. Vuoi salutare i tuoi colleghi?
Da: Certo! Daje ragazzi, Forza Podistica Pomezia!