Ciao a tutti ragazzi, poiché questo cavolo di virus non ci permette di condividere le giornate all'aria aperta e non ci dà la facoltà di divertirci insieme, di ridere, di scherzare, di abbracciarci negli appuntamenti podistici del week-end (ma come dicono quelli bravi "ha da passà a nuttata"), abbiamo avviato una serie di iniziative per coinvolgere tutti i nostri soci nelle attività della Podistica, in attesa che tutto si risolva e la vita di tutti giorni torni a scorrere come una volta. Tra le tante novità, sperando sia cosa gradita, abbiamo pensato di dedicare una finestra a VOI, facendovi una piccola intervista dai toni semi-seri che consentirà, a tutti coloro che si troveranno a navigare queste pagine, di conoscervi e scoprire ulteriori aspetti della vostra persona: lo scopo è di creare aggregazione, condivisione e unità...vogliamo che ciascuno di voi venga identificato da un Nome e non da un semplice numero di pettorale. Ecco quindi la nuova rubrica a voi dedicata: "L'angolo del tesserato". Esordiamo con un cavallo di razza, ma state tranquilli: prima o poi tutti sarete raggiunti dal nostro intervistatore!
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VINCENZO
FABOZZI
Vincenzo Fabozzi è sicuramente una delle punte di diamante della Podistica Pomezia, di cui ha sempre portato in alto i colori facendo registrare tempi di tutto rispetto e dando lustro alla nostra società. Nell'ultima edizione della nostra gara "Sulle Orme di Enea" ha fatto registrare il tempo di 38:37, piazzandosi 9° assoluto (su circa 500 partecipanti) e 3° di categoria.
Direttivo: Ciao Vincenzo e benvenuto nella nostra rubrica. Ci dici da quando tempo corri e perché hai iniziato?
Vincenzo: Ho iniziato nel 2016 senza una vera ragione, forse tutto nacque dall’idea di mantenersi in forma ma poi la corsa è diventata una vera passione
D. Per i tuoi allenamenti segui sempre una tabella di allenamento, oppure lo fai solo per preparare eventi importanti (una maratona o una mezza maratona), o vai solo a sensazione?
V. Fino a 5 mesi fa correvo a sensazione, nel senso che la mattina, una volta sveglio, decidevo cosa fare; in vista di una gara invece seguivo una o più tabelle di allenamento che trovavo su internet. 5 mesi fa ho deciso di affidarmi ad un coach, Roman Prodius, che con la sua semplicità e umanità mi sta facendo capire cosa significa realmente praticare atletica.
D. Supponiamo stia piovendo: cosa fai? Esci lo stesso o aspetti che smetta?
V. Scherzi? Quando piove si esce lo stesso! Anzi, correre sotto la pioggia mi piace anche di più!
D. Ci dici cosa significa per te correre?
V. Per me correre significa raggiungere la libertà attraverso un sacrificio, ossia provare a superare i miei limiti dando sempre il massimo!
D. Ci racconti come è stata la tua “prima volta”? (non fare il furbo, parliamo di corsa)
V. La mia prima volta è stata un disastro! (ride) Scherzi a parte, un po’ lo è stata realmente: la prima volta che indossai le scarpe per correre ero ancora sposato, la mia ex moglie sorpresa di questa mia iniziativa, mi chiese dove pensassi di andare e le dissi che avevo intenzione di fare movimento per dimagrire visto che ero arrivato a pesare ben 91 kg! “Ci vediamo tra circa un’ora” – le dissi. In verità dopo 10 minuti ero di nuovo a casa: non ricordo benissimo, ma avrò percorso al massimo 1,5 km e nonostante ciò, ero così stanco che sembrava avessi corso una maratona!
D. A proposito di maratona: che sensazione hai provato all’arrivo della Maratona di Ravenna, quando hai letto il tempo di 2:57:58?
V. Quella di Ravenna è stata la mia prima maratona seria. Prima ce n’era stata un’altra infatti, Roma 2019, alla quale avevo partecipato senza prima preparami adeguatamente: 3:14:00. In verità quel tempo non mi aveva mai entusiasmato, ma dopo la gara ho ricevuto molti complimenti e tra me e me ho pensato: “Questi non lo sanno che non l’ho preparata! Chissà che succede se la preparo...” cosa è successo ormai lo sapete tutti: 2:57:58, Ravenna 2019.
D. E’ un tempo che puoi migliorare o hai dato il massimo?
V. Essendo un neofita sulla distanza visto che quella di Ravenna è stata solo la mia seconda maratona, o meglio, la prima seria, non ho voluto osare. La prossima volta andrà sicuramente meglio, penso di poter dare ancora molto di più!
D. Stai parlando con un essere mitologico, metà uomo e metà divano: convincilo a venire a correre con te!
V. Ma che stai a fa su quel divano che lungo la “Di Mario” (è come viene identificata una delle strade di Pomezia dove molti amanti del jogging e della corsa si allenano) ci sono certe runner con un fondoschiena da paura (ride), dai domani vieni con me che te le faccio vedere!
D. Hai un sogno nel cassetto come runner?
V. Nulla di particolare: spero solo di poter continuare a correre divertendomi per più tempo possibile!
D. Purtroppo l’epidemia di Covid ha causato la sospensione delle gare da quasi un anno: quanto ti manca gareggiare?
V. Tantissimo, una gara è il frutto del lavoro svolto per settimane, talvolta anche per mesi. Senza gare vengono a mancare gli obiettivi e di conseguenza gli stimoli per raggiungerli. Un obiettivo ti fa fare quella ripetuta in più senza fartela pesare, mentre in assenza di gare e quindi di obiettivi è tutto un po’ più difficile.
D. Che consiglio daresti a chi vuole cercare di essere più veloce?
V. Nonostante i buoni risultati ottenuti non mi sento all’altezza di dare consigli, piuttosto preferisco riceverli: in fondo sono solo all’inizio della mia carriera da podista, ancora non mi ritengo “del settore” e poi, onestamente, di corsa non ne so molto! Ma da quel poco che sono riuscito ad apprendere in questi anni, mi sento di dire che per andare più veloce serve fare tanta qualità negli allenamenti.
D. Cosa rappresenta per te la Podistica Pomezia?
V. La Podistica Pomezia rappresenta una grande famiglia composta da persone fantastiche, sia umanamente, sia atleticamente. Talvolta ci sono state delle incomprensioni ma ci tengo a precisare che, sebbene possa aver sbagliato il modo di esternare alcuni pensieri, il mio intento era di fare qualcosa per il bene della società, per farla crescere. Indossare i colori della mia città mi da quella marcia in più, mi spinge a non mollare quando fiato e gambe ti stanno per lasciare.
D. Abbiamo finito. Ciao Vincenzo, grazie e in bocca al lupo per tutto!
V. Grazie a voi!