Ciao a tutti ragazzi, mentre l'Italia è pronta a ripartire (e tutti speriamo che stavolta sia una ripartenza VERA), noi andiamo avanti con le nostre attività, allo scopo di rendere un buon servizio ai nostri tesserati e rendere la Podistica Pomezia un modello da seguire per tutti. Pertanto, in attesa di rendicontarvi sulle importanti novità relative al percorso messo in piedi all'interno della Selva dei Pini e di ripartire con le gare settimanali (non vediamo l'ora!), continuiamo con le nostre interviste mirate a far conoscere sotto un'altra veste i nostri tesserati. Oggi è il turno di un'altra nostra quota rosa: la ragazza in questione è una grandissima sportiva (nuoto, equitazione, bici, corsa...) e durante l'intervista ci ha colpito il sentimento e l'enfasi con cui lei ci ha parlato di questa sua grande passione.
LINA PROIETTI
Lina Proietti fa parte della Podistica da poco più di un anno. Appassionata sportiva, con particolare predilezione per la disciplina del nuoto, è stata introdotta all’interno della nostra società dalla sua amica Lorena Cardaioli. Ama la competizione, ma purtroppo la pandemia in corso non ci ha ancora concesso di vederla all’opera. Siamo sicuri che non appena ripartirà tutto sarà una delle protagoniste degli eventi podistici del fine settimana. Si dichiara orgogliosa di far parte della nostra squadra ma, visti i suoi trascorsi sportivi, forse siamo noi a dover essere orgogliosi di averla tra le nostre fila.
Direttivo: Ciao Lina, benvenuta nella nostra rubrica. La sosta forzata causa pandemia dovrebbe concludersi, salvo imprevisti, tra poco. Pronta a ripartire? Lina: Ciao a tutti! Pronta? Sono prontissima e non vedo l’ora. Attualmente mi sto allenando per la mia prima mezza maratona e sono veramente gasatissima!
D: Sappiamo che oltre a correre coltivi la passione anche per altre discipline sportive (equitazione, nuoto…). Come hai gestito gli allenamenti durante e questo stop forzato? L: Se devo essere sincera non mi sono mai fermata. Lo sport è la mia vita e se avessi dovuto fermarmi veramente non so come avrei accusato il colpo. Fortunatamente abito vicino ad un bosco, che reputo una seconda casa, e questo mi ha permesso di allenarmi anche in pieno lockdown.
D: Ti è mancato gareggiare? L: Tantissimo! Ogni gara è sempre emozionante e non vedo l’ora di riprovare quelle emozioni. Poi stare insieme alla squadra è bellissimo e quindi spero quanto prima di ritrovarci tutti quanti sotto il nostro gazebo.
D: Tra gli sport che pratichi quale è quello che ti dà maggiore soddisfazione? L:Bella domanda! Sicuramente il mio vero amore è il nuoto, grazie al quale ho girato tutta l’Italia, dall’idroscalo di Milano allo stretto di Messina, piscine, laghi, mare, portando a casa tantissime medaglie, targhe e coppe. Quindi questo è lo sport che mi ha dato sicuramente le maggiori soddisfazioni. Tuttavia da un po' di tempo comincio a provare grande soddisfazione anche nella pratica della corsa e dell’equitazione. Ma come ho detto amo lo sport in tutte le sue forme: mi sono anche cimentata come autodidatta nel triathlon e nel duathlon, correndo con una bici pesantissima e arrivando comunque a podio.
D: Generalmente come distribuisci i tuoi allenamenti durante la settimana? Segui anche un regime alimentare adeguato? L: Cerco di distribuire i miei allenamenti in modo uniforme e adattandoli ai miei obiettivi. La mia settimana standard prevede almeno 4 allenamenti, in cui pratico ogni giorno una disciplina sportiva diversa. Ad esempio parto con la corsa, poi il giorno dopo equitazione, poi bici e infine nuoto. Al termine di questa quaterna mi ritaglio sempre un giorno di riposo per poi ripartire con gli allenamenti. Relativamente all’alimentazione sicuramente osservo un regime alimentare sano, genuino ed equilibrato.
D: Riesci a conciliare questa tua passione per lo sport con gli impegni familiari senza difficoltà o far incastrare tutto è un po' complicato? L: Fortunatamente riesco a far incastrare i miei allenamenti senza difficoltà: questo anche grazie al mio lavoro che prevede dei turni, per cui posso pianificare la mia settimana in base ad essi.
D: C'è una gara podistica a cui non vorresti mai rinunciare? L:Sicuramente la mitica Roma-Ostia: sono iscritta dall’anno scorso e non ho mai pensato di cancellarmi. Non vedo l’ora di partecipare e affrontare la gara, anche perché per me è importante gareggiare come italiana e rappresentare la mia capitale.
D: Ti ricordi la tua prima gara podistica? Ci racconti come è andata? L: Come no, la ricordo benissimo! Era “La corsa per Silvia”, all’interno della Selva dei Pini e organizzata dal grande Giovanni Consiglio, allora presidente degli “Spiriti Liberi”. Ricordo che arrivai seconda e per me fu come una vittoria, in quanto ottenere un risultato del genere nella gara di esordio è sempre una grande soddisfazione. Fu una grande emozione
D: Da amante dello sport immaginiamo che se puoi vedrai le olimpiadi: c'è una disciplina sportiva che ti piace seguire in particolare? L: Qui la risposta è scontata: il Nuoto! Onestamente seguirò un po' tutto in quanto, come detto, amo lo sport nella sua totalità, ma se devo scegliere sicuramente le gare di nuoto sono quelle che cercherò di non perdermi.
D: Un atleta che ammiri in particolare? L: Come si fa a non ammirare Alex Zanardi? Lui è veramente il top e non c’è bisogno di motivare la mia scelta. (Noi del direttivo condividiamo la scelta di Lina e speriamo di rivedere presto Alex in piena forma)
D: Giochiamo un po': scrivi una domanda che volevi ti venisse fatta in questa intervista (e scrivici anche la risposta) L: OK, giochiamo. La domanda può essere: “Ci parli della tua passione per lo sport?”. A questa domanda risponderei così “Lo sport è una cosa che mi accompagna da sempre, fin da quando ero adolescente. Amo la competizione, ma lo sport mi affascina perché ti fa stare bene e ti autodisciplina, ti fa conoscere il tuo corpo, i tuoi limiti e le tue potenzialità. Ti aiuta a star bene sia mentalmente, sia fisicamente. Se potessi praticherei anche tanti altri sport, come ad esempio lo sci. Anni fa ho provato anche la kickboxing (anche se non ho partecipato mai a gare) e l’ho trovato uno sport molto affascinante (ed essendo una donna sola sapersi difendere è sempre importante). Seguivo la boxe nei tempi d’oro di Tyson, ho partecipato a numerose escursioni, anche con difficoltà estreme: se potessi farei molto più di quello che sto facendo. Lo sport per me è vita e a volte non capisco come la gente possa vivere senza.”
D: Ci dai un tuo pensiero sulla podistica Pomezia? L:Credo sia una gran bella squadra, organizzata molto bene da voi del direttivo, costituita da gente per bene, che ama correre e stare insieme. Sono molto felice e orgogliosa di fare parte di questo gruppo.
D: Ok. Abbiamo terminato. Manda un saluto ai tuoi colleghi. L: Cosa devo dire? Forza ragazzi, corriamo e tappezziamo l’Italia dei nostri colori. Avanti Podistica Pomezia!
Salve a tutti, una piccola, piccolissima luce sembra vedersi finalmente in fondo al tunnel: il Governo poche ore fa ha confermato che dal prossimo 26 aprile si proverà a ripartire, aprendo al pubblico cinema, musei e teatri, con l'obiettivo di riappropriarci di quella normalità che non abbiamo mai desiderato così tanto. La speranza è che la campagna vaccinale prosegua in modo incrementale, ma anche che la gente, con queste prime timide riaperture, abbia un pò di sale in zucca mantenendo le attuali precauzioni ed evitando comportamenti sconsiderati, in modo da evitare una nuova risalita della curva dei contagi, che porterebbe inevitabilmente ad una nuova chiusura. Quindi in attesa che ripartano gli appuntamenti podistici settimanali a cui eravamo abituati e si possa ricominciare a rendicontarvi delle prestazioni dei nostri tesserati in gara, continuiamo a presentare il nostro atleta di turno all'intero gruppo attraverso questa rubrica de "L'angolo del tesserato", che speriamo sia di vostro gradimento. Oggi è il turno di un nostro fedelissimo che si è mantenuto fedele ai nostri colori nonostante il lavoro lo abbia portato lontano dalla nostra patria per ben 3 anni. Ora è rientrato in terra natia ed è pronto a riprendere a correre insieme a tutti noi. Bentornato Danilo!
DANILO MORANDO
Danilo Morando è un fedelissimo della Podistica Pomezia: amante del runnning, ha sposato i nostri colori anche nel periodo in cui per lavoro si è trasferito in Germania, non rinunciando a prendere parte agli eventi podistici in terra teutonica. Predilige gare da 10 e 21 km e anche qualche garetta ciclistica su bici da corsa, ma il periodo lontano dalla patria non ci ha permesso di seguire i suoi progressi e la sua attività in modo costante, anche se si è preoccupato sempre di mantenere vivi i contatti con il gruppo della podistica. Ora che è rientrato in Italia, non appena sarà finita la pandemia e le gare torneranno a pieno regime, è pronto a riprendere da dove aveva interrotto le attività, portando di nuovo in alto i nostri colori che non ha mai smesso di indossare con orgoglio.
Direttivo: Ciao Danilo, e benvenuto nella nostra rubrica. Innanzitutto ti diamo il bentornato in patria dopo la tua esperienza tedesca. Come è andata? Danilo: Ciao a tutti, per prima cosa un caro saluto a tutti gli amici della Podistica, poi un sentito grazie per aver pensato a me per questo simpatico periodico appuntamento. Che dire, è andata bene, talmente bene che mia moglie Alessandra è rimasta a Berlino per permettere alle nostre figlie Elena e Silvia di completare gli studi. Scherzi a parte, tre anni vissuti immersi in un’altra cultura sono stati un’esperienza davvero unica e un vero arricchimento per tutta la famiglia. E poi, noi Italiani risultiamo subito empatici, specie ai Teutonici, e loro con noi si sono aperti completamente, in ogni località dove siamo stati e in molte situazioni.
Di: Abbiamo visto che la tua passione per la corsa è venuta in trasferta con te… Da:Proprio così! Due mesi per i dovuti aggiustamenti abitativi, logistici e lavorativi, e poi sono stato nuovamente assalito dalla irrefrenabile voglia di infilarmi le scarpe da running e… Via! a portare per le “Straβe” della capitale tedesca i colori della Podistica, con due mezze maratone e due 10km ogni anno. La città, la gente, gli echi delle imprese della Podistica dall’Italia hanno funzionato e dopo poche gare sono riuscito a trasmettere la mia passione a mia figlia Elena con cui ho corso diverse gare (e che è diventata, ammetto, anche più brava di me…).
Di: Hai partecipato a varie gare in Germania: conoscendo la precisione tedesca immaginiamo che l'organizzazione delle gare era impeccabile… Da: Si, i tedeschi sono organizzati, anche se forse un po’ troppo innamorati delle procedure, ma organizzati. L’aspetto che ci è piaciuto di più: la pavimentazione stradale pressoché perfetta, tanto che quella di Berlino è considerata una delle mezze maratone più veloci al mondo e gara ideale per battere i record. L’aspetto che ci è piaciuto di meno: i pacchi gara un po’ miserini, tant’è che da noi il rientro a casa da una gara a volte sembra il rientro dalla spesa al supermercato (mi perdonerai la battuta). Correre e gareggiare a Berlino è stato bellissimo e ricorderò sempre l’arrivo della mia seconda mezza maratona corsa nella capitale tedesca: non mi ero accorto che l’ultimo chilometro si sviluppava sulla pista d’atletica all’interno dell’Olympiastadion. Si, proprio quello dei Giochi Olimpici del 1936 (e dove il grande Jesse Owens rovinò i piani propagandistici del Fuhrer vincendo 4 ori olimpici). Tagliare il traguardo fu di una suggestione unica, come fare un salto nella storia e testimoniare che lo sport unisce e vince su molte cose.
Di: Invece che ci dici dell'atmosfera pre e post gara? Differenze rispetto alle nostre gare? Da:Lo sport, come la musica, è universale e unisce tutti. Anche in Germania, consentitemelo anche se sono in trasferta dal Basso Piemonte, si finisce in "caciara" e sono moltissimi gli stranieri che gareggiano e si uniscono al divertimento. Poi, specie sulle distanze dei 21 e dei 42 km sembra che all’evento sportivo partecipi tutta la città e, oltre alla gente che tifa, trovi band che suonano ai lati della strada, artisti che improvvisano piccoli spettacoli, proprio per gli atleti in gara. La differenza più grossa? Altro che acqua, the, integratori, succhi, cioccolata calda a fine gara dopo l’arrivo: a Berlino ti offrono una bevanda a base di malto d’orzo fermentato che si chiamaBIRRA e che forse conoscete. Credetemi, non c’è integratore migliore!!!
Di: Per prendere parte alle gare ti eri iscritto ad una società podistica del posto? Da:Giammai! Il mio senso di identità nella Podistica Pomezia è assolutamente cristallino e autentico. In tutte le gare a cui ho partecipato mi sono iscritto sotto i colori della nostra ASD. Vi dico di più, sebbene in Germania non sia richiesto un tesseramento sportivo per gareggiare, tutte le volte che ho iscritto mia figlia Elena a una gara l’ho indicata come appartenente alla nostra Podistica, proprio per il senso di identità di cui parlavo e per motivarci a fare del nostro meglio. Ha funzionato e conto di farvi conoscere Elena molto presto.
Di: Ora sei tornato in patria: pronto per ripartire appena questa cavolo di pandemia sarà finita? Con quale gara vorresti ricominciare? Da:Eccome, non vedo l’ora. Una gara che mi è sempre piaciuta molto, e che temporalmente potrebbe collocarsi bene con la fine della pandemia che tutti stiamo attendendo, è la Corsa dei Santi. Sarebbe davvero bello ritrovarci nuovamente forti, motivati e pronti a riprendere la vita tra le nostre mani con questo evento sportivo unico ed emozionante.
Di: Ti ricordi come è nata la tua passione per la corsa e dove hai fatto la tua prima gara? Che sensazione hai provato? Da:Come fosse ieri! Era il 2013 ed è stata tutta colpa di un losco figuro, un collega di lavoro meglio noto con il nome di Dante Sanson. Venivo da un periodo lavorativo veramente intenso e avevo bisogno di ritrovare una certa condizione fisica. Da ventenne correvo i 1.500 metri, sapevo che la corsa in me funziona, ma è stato Dante a mettermi sul gusto parlandomi della 100 km del Passatore. Dante, saggiamente, mi ha poi aiutato a controllare il mio entusiasmo, avvicinandomi progressivamente al podismo e facendomi poi conoscere la Podistica. Ed eccomi qui tra voi. La prima gara che ho corso è stata la Roma-Ostia, il giorno 2 marzo 2014. Una sensazione straordinaria, per avercela fatta e perché, neanche a farlo apposta, la data della gara è coincisa con il 10° anniversario della scomparsa di mio padre. L’ho corsa insieme a lui e per me è stato anche un sentire di onorare la sua memoria con l’impegno e la determinazione.
Di: Tra 10, 21km o maratona quale distanza preferisci e quale ti dà maggiore soddisfazione? Da:La distanza che preferisco è quella per il cui “recupero” riesco a prepararmi meglio o, rubando le parole a Dante, “che mi permette di fare le scale senza grosse difficoltà”. Detto questo, credo la mezza sia quella a me più congeniale: non troppo lunga, non troppo corta, a casa per il pranzo della domenica. Mi auguro proprio si possa correre la Roma-Ostia il prossimo ottobre.
Di: La gara più bella a cui hai partecipato? Da:La 100 km del Passatore. Per me quasi una sorta di pellegrinaggio sportivo con altri atleti-pellegrini, che ti permette di constatare di persona che l’Italia è veramente il Paese dei Borghi, come quello bellissimo di Brisighella. E poi la gente che tifa e ti sprona lungo il percorso, anche nel cuore della notte. E alla fine l’arrivo a Faenza, con la soddisfazione di averla completata, momenti unici.
Di: Una curiosità: anche tua figlia continua a coltivare la passione per il running? Da:Certamente. Ci eravamo già iscritti entrambi alla Roma-Ostia edizione 2020, ma poi il Covid ha rovinato tutto. Sono mesi che non ci alleniamo insieme, ma non molliamo e come ho detto conto di farvi conoscere Elena molto presto, anche sportivamente.
Di: Ora che sei rientrato in Italia, ci dici come ci trovi? Pensi che la Podistica Pomezia sia migliorata? Da:Vi trovo più forti che mai, affiatati e migliorati in tutto. Mi piace tornare sul senso di appartenenza e di identità: penso che la Podistica Pomezia lo interpreti splendidamente ed è proprio questa caratteristica che mi ha spinto, una volta a Berlino, a perseverare nel podismo e anche a coinvolgere un mio famigliare.
Di: Abbiamo finito. Manda un saluto ai tuoi colleghi della podistica e traducilo anche in tedesco, così diventiamo sempre più internazionali? Da: Caro Direttivo, questa intervista è stata un vero piacere e vi ringrazio dell’opportunità. Agli Amici della Podistica Pomezia: Ein herzlicher Gruß an alle Freunde des Podistica Pomezia und bis bald!
Ciao a tutti...niente, non se ne esce. E' notizia di giovedì scorso l'annullamento della Maratona della Maga Circe. La gara era attesa in maniera trepidante da molti nostri tesserati: essa avrebbe rappresentato sicuramente qualcosa di molto importante, una simbolica ripartenza che avrebbe portato tutti noi a riappropriarsi di quella semplice normalità che ormai ci manca come l'aria. Purtroppo le autorità non ritengono i tempi ancora maturi per ripartire con le gare podistiche e quindi dobbiamo ancora pazientare. Noi prendiamo atto della decisione presa e andiamo avanti con i nostri obiettivi, cercando di continuare le attività pianificate per la nostra società. E tra queste attività, come ormai avrete imparato, c'è anche la nostra rubrica de "L'angolo del tesserato", che ci permette di far conoscere e integrare tutto il nostro gruppo. Oggi presentiamo con orgoglio uno dei nostri veterani: un grandissimo atleta che ci ha aperto lo scrigno dei suoi ricordi raccontandoci della sua infanzia, ci ha immerso nella sua testa facendoci capire come talvolta la mente conti molto più del fisico e ci ha fornito tanti consigli su come diventare ed essere un runner fiero ed orgoglioso. Divertitevi a leggere la sua intervista: una fantastica immersione nel mondo delle corse che farà a tutti quanti venire la voglia di indossare le scarpe e uscire a correre...perché lui è un ammiratore del grande Pietro Mennea e concorda pienamente con quanto sosteneva l'atleta barlettano: "La fatica non è mai sprecata: soffri, ma sogni!"
DANTE SANSON
Dante Sanson milita nelle file della Podistica Pomezia ormai da molti anni, in quanto veste i nostri colori dal lontano 2006. Fa parte del gruppo degli ultramaratoneti di cui la società va particolarmente fiera e talvolta preferisce i trail alle classiche gare su strada. La sua passione per il running lo ha portato ad affrontare distanze di tutti i tipi, partendo dalle classiche gare di 10 km, fino a affrontare la 100km del passatore. Per la sua tenacia, la voglia di mettersi continuamente alla prova e l'attaccamento ai colori che puntualmente mostra ogni anno rappresenta sicuramente un modello da seguire per tutti i nostri soci.
Direttivo: Ciao Dante, e benvenuto nella nostra rubrica. Come è andato quest'anno senza gare? Dante: Credevo peggio...non temevo l’impossibilità di gareggiare (anche se le gare mi sono mancate) ma temevo soprattutto l’impossibilità di allenarmi. A gennaio 2020 ho anche partecipato ad una gara, la “Corsa di Miguel” durante la quale ho “limato” qualche secondo rispetto all’ edizione 2019, ma poi più nulla. Fortunatamente l’APP STRAVA mi ha aiutato nel sopperire alla mancanza di gare, permettendomi il confronto con alcuni runners di riferimento (più forti di me, ma ipoteticamente raggiungibili), e stimolandomi a perseverare negli allenamenti. D'altronde quando vedi Riccardo Manzini e Fabio Paoletti sempre sotto i 4’40’’/Km nei lunghi, ripeti a te stesso che è proprio il caso di mettere le scarpe e darti da fare ☺☺☺.
Di: Gli allenamenti invece come sono andati? Sei riuscito ad allenarti con regolarità? Da:Benino, marzo e aprile li ho trascorsi in casa condividendo un'ellittica (acquistata per affrontare il lockdown) con il resto della famiglia. Devo dire che l’ ho trovata veramente noiosa, è più tediosa degli allenamenti sotto la pioggia (questo fatto mi ha veramente sorpreso). Poi quando si è potuto ricominciare ad uscire ho ripreso ad allenarmi regolarmente (130/160 KM al mese)...per trovare maggiori stimoli, da luglio 2020 ho iniziato anche ad usare il cardiofrequenzimetro misurando SOGLIA AEROBICA e VO2Max, la misurazione di questi parametri mi ha fornito nuovi stimoli e maggior consapevolezza nelle mie potenzialità.
Di:Ci racconti come è nata la tua passione per il running? Da:Mah, chi lo sa? che fosse per esplorare in fretta luoghi vicini o lontani, o per superare un concorrente, o per scappare via da un compagno, non posso dire con certezza come sia nata la mia passione per la corsa, ma credo di aver sempre avuto un istinto, o meglio una irresistibile voglia di correre, fin da quando io abbia memoria.Ricordo, che in quarta elementare, durante la ricreazione di un dopo scuola, la maestra (forse per renderci meno turbolenti in classe) ci disse: “oggi cambiamo gioco, vediamo chi riesce a fare il maggior numero di giri della scuola, a corsa lenta e senza mai fermarsi” . Dopo un bel po’ quando quasi tutti i miei compagni ne avevano avuto abbastanza ed erano rientrati in classe, vidi uscire la maestra sul cortile (mentre stavo ancora allegramente correndo a corsa lenta) e mi disse: “ ma cosa stai facendo?, fermati e va in classe che tra 5 Minuti la scuola è finita”. Dopo breve tempo, ricordo di aver partecipato (e vinto) la “Corsa di resistenza” della mia scuola, successivamente ricordo di aver rappresentato la mia scuola a Udine alla finale regionale di corsa campestre. Di lì a poco partecipai ad una gara amatoriale della mia parrocchia, “La marcia delle primule” di 10KM (era il 1977), litigai con mamma, non voleva che partecipassi, secondo lei non avevo le scarpe adatte, erano le Superga blu a suola bassa, con tomaia in tela (scassate, perché le usavo per giocare a calcio); a 9 anni scoprire che potevo correre 10km senza mai fermarmi fu davvero entusiasmante.
Di: Nel tuo curriculum compaiono varie ultramaratone: 3 edizioni della 100km del passatore, 1 ultratrail dei monti Simbruini (84,4 km), una ecomaratona dei Marsi (44 km)...tutte caratterizzate da un importante dislivello. Cosa si prova a correre gare di questo tipo? Da:È difficile trovare le parole giuste per dire cosa si prova, penso che in queste gare si trasformi la fatica fisica in qualcosa che non risiede più nei muscoli ma nella mente e nello spirito del runner. Di conseguenza avendo un buon autocontrollo si possono allontanare certi pensieri e con essi anche la fatica fisica; ottengo intime e grandissime soddisfazioni da queste gare, emozioni difficili se non impossibili da descrivere. Quando un runner mi dice che sta accarezzando l’idea di fare una 100km, lo incoraggio con sincerità dicendogli: “non so cosa ci sia di bello su una 100km, ma da runner a runner ti dico che correrla è il più bel regalo che tu possa fare a te stesso”.
Di: Ci dici che tipo di preparazione serve? Quanto conta il fisico e quanto la mente? Da:Serve una preparazione molto costante e completa, che permetta di ricreare le condizioni di gara, con allenamenti anche notturni a ritmi lenti e prolungati (anche a meno di 7’/Km) e pause tra gli allenamenti possibilmente inferiori alle 36 ore, da ridurre gradualmente in prossimità della gara fino ad ottenere allenamenti bi-giornalieri; va anche adottata una alimentazione attenta. Testa e volontà sono fondamentali, ma devono necessariamente essere ben supportate dalla preparazione fisica; anche la preparazione tecnica, in termine di vestizione ed equipaggiamenti, è molto importante, specialmente se si è in gara per molte ore e su terreni impervi. Tuttavia allenare volontà, tenacia, resistenza al dolore, comprendendo quale dolore si può sopportare e quale è il dolore per cui è necessario arrendersi, lo ritengo fondamentale.
Di: Dicci la verità: durante una di queste gare hai mai pensato "chi me lo ha fatto fare? Da:Non credo di aver mai pensato “chi me lo ha fatto fare”? Piuttosto, per diversi motivi, mi sono chiesto diverse volte “non è che sto facendo una stupidaggine”? ma poi rallentando il ritmo e cercando la giusta concentrazione, ho sempre portato a termine quello che stavo facendo. Caso a parte è un trail del 2014, quando cadendo in un ripido sentiero, mi sono fratturato l’omero, procurandomi anche altre lesioni, li mi sono proprio dovuto arrendere, ma vi assicuro che ho imparato la lezione, per non dimenticarla, conservo sul mio profilo FB la foto che mi hanno scattato pochi minuti prima dell’incidente, così quando apro il Social Network, mi ricordo che se voglio continuare a correre devo essere prudente, altrimenti mia moglie chi la sente…
Di: C'è un aneddoto particolare, un episodio avvenuto durante queste gare che ti rimarrà sempre in mente? Da:Alla mia prima mezza maratona la RomaOstia 2007, ho partecipato con il pettorale di Luigi Pezzera che non poteva correre, era un pettorale bassissimo, da campioni della prima griglia, dopo la partenza ho preso un sacco di insulti dai top runners per quanto ero lento, se non mi fossi subito spostato mi avrebbero “asfaltato”. Poi 200 metri prima dell’arrivo un concorrente che mi precedeva mi è quasi caduto tra le braccia in preda alle convulsioni e l’ho adagiato al suolo in attesa dei soccorsi … in quel momento compresi che benché sia una passione, la corsa va presa seriamente. Nel 2012 sempre alla RomaOstia, mentre procedevo, sentivo che a bordo strada dicevano ripetutamente “guarda Aldo Giovanni e Giacomo” e mi chiedevo “ma dove stanno 'sti tre?” ...poi dopo un po’ mi sono accorto che stavo correndo da diversi Km a fianco di Giovanni Storti (del Trio Aldo Giovanni e Giacomo) nel tentativo di reggere il suo passo (che era più veloce del mio). Grazie a lui ho terminato in 1h38’40’’ che fu il mio PB di quell’anno.
Di: C'è una gara di trail che ancora non sei riuscito a fare ma che vorresti tanto affrontare? Da:Si! è una gara a cui ho dovuto rinunciare nel 2014, per motivi di lavoro, il “Magredi Mountain Trail 100M”, ora da un po’ non la riorganizzano più (I trail lunghi sono faticosi ed impegnativi da organizzare e spesso non convenienti per chi li organizza). Mi sarebbe piaciuto correre sulle mie montagne del pordenonese per 30/35 ore e mettermi alla prova con qualcosa di veramente tosto.
Di: Se uno dei nostri tesserati volesse cimentarsi in una gara di trail quale gli consiglieresti e perché? Da:Qualsiasi trail, ma inizialmente non andrei mai oltre la distanza di 13/15Km, giusto per iniziare a confrontarsi con salite che avvelenano i muscoli e discese che mettono a dura prova le articolazioni. In Abbruzzo ci sono trail da sogno un po’ su tutte le distanze, ma se dovessi proprio consigliare una gara nei paraggi, direi di iniziare con il “Trail Della Capitale” (a Rocca Di Papa e Monte Cavo). Speriamo lo riorganizzino presto perché rappresenta un ottimo compromesso tra bellezza dei panorami ed impegno fisico, tra distanza percorsa ed elevazione raggiunta.
Di: Invece delle gare su strada hai affrontato tutte le distanze, partecipando anche alla maratona di Roma. Supponiamo che completare una ultramaratona dia più soddisfazione, ma le sensazioni durante la gara e l'emozione all'arrivo è diversa? Da:Un po’ si. Direi che le sensazioni legate ai traguardi parziali sono differenti, per il fatto che nelle gare lunghe, ci sono più incognite (il tempo meteorologico, possibili traumi, spreco di energie, errori alimentari ecc.) quindi si corre con una sorta di preoccupazione/concentrazione continua. Pertanto non c’è la possibilità di considerare completamente acquisiti gli obiettivi parziali che si sono raggiunti: tuttavia a mano a mano che si procede, un po’ di ottimismo inizia a farsi strada, ma bisogna controllarlo affinché non prevalga sulla concentrazione. Quando si giunge al traguardo arriva la contentezza, che sarà veramente coronata dal successo se il giorno dopo la gara potrai fare le scale senza grosse difficoltà. È bello anche ripensare alla gara e riflettere su tutto quello che hai fatto bene e quello che potevi fare meglio, e se realizzi che qualcosa la potevi gestire meglio (durante la preparazione o durante la gara), ti riparte il “tarlo” e non smetti più di chiederti quando tornerai a correre quella gara per migliorare ancora un po’. Mi capita anche di sognare gare lunghe, nelle quali è importante mantenere una percorrenza continua, anche se a lenta velocità: il sogno più ricorrente è quello di essere fermo ad un ristoro dove sto inutilmente perdendo tempo invece di riprendere la gara...inizio a svegliarmi e mentre sono ancora in dormiveglia, ripeto a me stesso: “che sto facendo fermo qui? Vai riparti, Vai Vai !” Cosi prima di riaddormentarmi penso alla prossima Passatore, e mi ripeto che non farò il cambio scarpe alla Colla di Casaglia e non mi farò più massaggiare a Brisighella, come feci l’ultima volta, in questo modo guadagnerò 20 minuti e agguanterò il nuovo PB. Poi mi riaddormento (per fortuna senza grosse difficoltà), appagato del fatto che ho ancora una strategia migliorativa da perseguire, un asso nella manica, questo può sembrare paranoico ma a me piace, e a domanda, rispondo!☺
Di: Nonostante la pandemia, a luglio parte la XXXII olimpiade: c'è un atleta che ammiri o hai ammirato particolarmente? Da:In Tema di olimpiadi mi emoziona sempre Pietro Mennea, forse lo ammiro perché da ragazzo ero un velocista (scarso, ma impegnato) lo considero un maestro di sacrifici ed impegno, ma il mio atleta di riferimento anche se non e olimpionico, è Marco Olmo.
Di: Un bilancio di questa tua lunga militanza nella Podistica Pomezia? Da:È un Bilancio estremamente positivo ricco di esperienze e amicizia, da sempre ho avuto la ferma convinzione che la Podistica Pomezia custodisse i più genuini e sinceri valori sportivi, sono veramente orgoglioso di farne parte.Sarò sempre grato a Pasquale Botti per avermi introdotto e fatto tesserare con tutti voi.
Di: Ok, abbiamo finito. Vuoi salutare i tuoi colleghi? Da:Certo! Daje ragazzi, Forza Podistica Pomezia!
Ciao a tutti...siamo alla vigilia della Santa Pasqua ed esattamente come l'anno scorso, saremo costretti a rimanercene confinati all'interno delle nostre case. Ma se l'anno scorso eravamo all'inizio dell'incubo e davanti ai nostri occhi il futuro si prospettava cupo e nebuloso, quest'anno l'avvio della campagna vaccinale ci prospetta una Pasqua di speranza, facendoci vedere il futuro con tinte più rosee. La stessa pubblicazione da parte della Fidal del calendario delle gare podistiche, ha infervorato gli animi degli amanti del running, che hanno colto l'occasione al balzo avviando l'iscrizione alle gare, alla ricerca di quella piacevole normalità che ormai manca da tanto (troppo!) tempo. Nel frattempo, in attesa di poter ripartire con i nostri reportage del fine settimana relativi alle gare del weekend, noi andiamo avanti con le nostre interviste. Oggi vi presentiamo un altro pezzo da novanta della nostra squadra, fedelissimo alle gare del weekend e promotore degli allenamenti di gruppo...prima di lasciarvi all'intervista, il Direttivo e la ASD PODISTICA POMEZIA tutta coglie l'occasione per augurare a tutti i suoi tesserati e alle loro famiglie una Buona Pasqua, piena di serenità e salute.
GIANNI DALLAGO
Gianni Dallago è uno sportivo amante sia del runnning, sia del trail. Vanta tempi di tutto rispetto sulle tre distanze principali, e si è tolto anche la soddisfazione di entrare a far parte del club del ultramaratoneti prendendo parte alla 100km del Passatore. Prima della pandemia ha fatto registrare un costante miglioramento delle prestazioni e nell'ultima edizione della maratona di Roma ha confermato i suoi costanti progressi siglando il PB sulla distanza. Quindi possiamo tranquillamente affermare che il suo pregio migliore è di essere come il buon vino: invecchiando migliora! È anche uno degli atleti più propositivi e spesso organizza allenamenti di gruppo, postando sui vari social la buona riuscita dell'evento.
Direttivo: Ciao Gianni, benvenuto nella nostra rubrica. È la prima volta che sei protagonista di un'intervista semiseria come quella di oggi? Che effetto fa? Gianni: Buongiorno a tutti! Si è la prima volta che partecipo ad un'intervista e la cosa mi fa molto piacere. Vi ringrazio per lo spazio che mi concedete per raccontare le mie avventure podistiche. D: Come nasce la tua passione per la corsa? G:Beh, diciamo che io sono sempre stato un sportivo fin da ragazzo. Ho iniziato giocando al calcio, poi ad un certo punto della mia vita, arrivato a 40 anni e giunto quindi al momento di appendere gli scarpini al chiodo, mi sono avvicinato al mondo del running, anche per mantenere la salutare abitudine dei 3/4 allenamenti a settimana, in modo da continuare a mantenermi in forma D: Nel tuo curriculum hai tante gare e vanti una grande esperienza. Abbiamo visto però che avevi iniziato anche prendendo parte a dei trail... (parlaci della tua esperienza sui trail) G:I trail sono competizioni diverse rispetto alle gare che facciamo su strada in quanto sono sicuramente più dure. La gara spesso si disputa nei boschi o su percorsi sterrati… a volte addirittura sono percorsi semi collinari se non addirittura sentieri montani. La gara è molto tecnica, il terreno spesso è bagnato, pieno di fango e prevede continui saliscendi. Quindi sono gare molto più faticose rispetto alle gare su strada, E’ vero, tra le mie gare ho messo anche qualche trail, ma la fatica percepita è stata talmente elevata che ho preferito dirottarmi sulle gare su strada, anche se devo dire che correre nei boschi è sempre affascinante e i trail presentano sempre scenari veramente belli. D: Invece su strada ci risulta che le gare cui prendi parte sono a chilometraggio vario... meglio la 10, la 21 o la maratona? G: Beh, diciamo che le mezze maratone sono una media distanza e pertanto è sicuramente più facile prepararle a livello di allenamento rispetto ad una maratona. Quindi è il tipo di gara a cui prendo parte più spesso e devo dire che mi divertono anche parecchio. Però la soddisfazione e l’emozione che si prova correndo e terminando una maratona è indiscutibile e non è paragonabile a mio avviso con nessun’altra distanza. D: A proposito di maratona, in Italia ne hai fatte varie (Firenze, Torino, Ravenna, Roma)... ce ne è una che ti ha emozionato di più? G:Sicuramente Roma è quella che mi ha emozionato più di tutte le altre, anche perchè è stata la mia prima maratona: il fascino della capitale con tutti i suoi monumenti non ha rivali e ricordo con piacere tutti i gruppi di persone che facevano musica per renderci ancora più felici qualora non lo fossimo già abbastanza. Devo dire che è stata un’esperienza unica, conclusa anche con un tempo più che buono (3:24,32), quindi sono doppiamente felice.
D: Nel 2019 hai fatto grandi tempi alla Roma-Ostia (1:24;29) e alla maratona di Roma (3:11:45, che tra l'altro credo sia il tuo PB)... pensi di aver dato tutto o si può ancora limare qualcosa? G: Io credo si possa sempre migliorare, anche perché per un runner lo stimolo lo crea la gara e la competizione contro se stesso, allo scopo di cercare di limare sempre qualche minuto. Ovviamente si deve sempre tener conto anche degli anni che passano, per cui la ricerca del miglioramento deve essere adeguato anche all’età.
D: Per preparare Roma hai seguito un programma specifico, mirato a fare un buon tempo, oppure la preparazione è stata come le altre maratone e il tempo è venuto da se? G:Io la maratona di Roma l'ho preparata seguendo una scheda specifica come fatto anche per le altre gare che ho preparato, cercando sempre di rispettare tutti gli allenamenti. Rimango del parere che la differenza nella prestazione la fa sempre la costanza negli allenamenti.
D: Hai vinto un'iscrizione gratuita tra la 100km del Passatore e la 100km del Sahara: declini l'invito o ti butti all'avventura? Quale delle due sceglieresti? G:Assolutamente non declino niente!!! Cosa devo dirti? Dato che la 100 km del Passatore l'ho già provata e portata a termine a mio avviso anche con un ottimo risultato (11 ore e 22 minuti), sicuramente mi preparerei al meglio per la 100 del Sahara, che dicono sia un’esperienza unica!
D: L'ultima gara oltre un anno fa... certo è dura, no? Quanto ti mancano le gare? G: Le gare mi mancano moltissimo, sono il motore per gli allenamenti e per le preparazioni che in questo momento non ho tanta voglia di fare. E poi lo spirito che si crea prima della partenza e all'arrivo è qualcosa di unico. Per non parlare poi dell'ultimo periodo in cui avevamo a disposizione anche il nostro gazebo in cui ci ritrovavamo tutti insieme… FANTASTICO!
D: Hai un aneddoto particolare da raccontarci che ti è accaduto in gara? G: Mi è accaduto durante una gara a Rieti, dove disputavamo una gara da 32 km: lungo una salita mi sono imbattuto con un papà che spingeva la carrozzina del figlio diversamente abile facendo moltissima fatica. A quel punto noi tutti, perfetti sconosciuti, abbiamo preso questa carrozzina e l'abbiamo tirata tutti insieme fino alla fine di quella salita. E’ stato un gesto che mi ha reso molto felice e mi ha fatto sentire migliore: il bello della corsa e il senso dello sport è anche questo!
D: Durante questa pandemia andare a correre ti ha aiutato ad isolarti e cercare di non pensare a cosa sta accadendo? Oppure la mente va sempre lì (anzi forse correre da solo ha ampliato il disagio) G:In questo periodo è stato difficile allenarsi, perché il pensiero è comunque sempre rivolto alle persone che stanno male o che non ce l'hanno fatta con questo virus bastardo. A complicare tutto ci si sono messi anche quegli esagitati che hanno additato i runners come veri e propri untori e causa di contagio! Mah, spero solo che tutto questo finisca al più presto.
D: Adesso ti facciamo una domanda difficile: che tipo di insegnamento dobbiamo trarre da quanto accaduto? G:Tutto quello che sta accadendo dovrebbe farci riflettere e spingerci a rispettare un po' di più il prossimo. La vita è breve, quindi godiamocela il più possibile!
D: Ok, te la sei cavata. Facciamo un ultimo gioco: saluta e prova a dare un appuntamento ai tuoi amici della Podistica Pomezia. G: Vi saluto e vi ringrazio a tutti per avermi dato la possibilità di parlare un po' di me. Spero di rincontrare tutti gli amici della Podistica prima possibile e di uscire quanto prima da questo incubo per ricominciare con la nostra passione: LA CORSA! Un abbraccio a tutti e FORZA PODISTICA POMEZIA!!!